IL PERCORSO BONATTI

GRAN SASSO D’ITALIA E MONTI DELLA LAGA

Passione per l’avventura, slancio umanitario ed amore della natura si fondono in questo percorso alpinistico, pensato “per tutti e per nessuno“, che muove alla ricerca della più appagante integrazione tra l’uomo e l’ambiente, attraverso ambienti segreti o poco noti, unendo il paesaggio del Gran Sasso teramano con quello aquilano per proseguire ad Amatrice e poi raggiungere la wilderness della Valle della Rolwaling in Himalaya. L’implementazione del Percorso Bonatti, quale via di unione tra i territori del Gran Sasso e dell’Himalaya nel nome dell’indimenticato alpinista Walter Bonatti, incarna l’anelito a fare della passione per la montagna e l’avventura un’occasione di unione tra popoli e culture e rappresenta il primo gesto concreto scaturito dal gemellaggio tra le due aree protette.

L’unicità del Percorso Bonatti è anche la possibilità di essere percorribile, totalmente o in parte, da entrambi i versanti: teramano da Nerito e aquilano da Rocca Calascio. Il tutto è all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.

Come ricordava Aurelio Peccei
lo sviluppo economico non può non andare di pari passo con lo sviluppo ecologico

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Localizzazione del Percorso Bonatti

Il Percorso Bonatti si estende dai boschi di faggio e abete bianco del Cardito e Campiglione, passando per le valli glaciali del Corvo e delle Malecoste e le selvagge creste rocciose, fino ad raggiungimento di Campo Imperatore, arrivando alla famosa e storica Rocca di Calascio. Dettagliatamente: si parte dal paese di Nerito (a 830 m), sede del Centro Escursionistico del Parco del Gran Sasso, passando per i boschi lungo la cresta del Monte Cardito (a 1700m), si prosegue verso le pendici nord di Monte Corvo, attraversandolo centralmente dal caratteristico gendarme (denominato il Mozzone a 2300 m) che presenta vari livelli di difficoltà in base al percorso scelto. Ci si spinge oltre, fino a raggiungere la vetta del Corvo (a 2623 metri), per poi ridiscendere per il versante sud e proseguire per la cresta nord di Cima Malecoste, continuando verso il Cefalone, passando per il rifugio Duca degli Abruzzi e poi in direzione Campo Imperatore, percorrendo gli antichi tratturi che ci conducono alla Rocca di Calascio. L’esplorazione del Percorso può iniziare da entrambi i versanti (teramano e aquilano), può essere attraversato interamente o in parte. Grazie ai diversi livelli di difficoltà, può essere affrontato da bambini, famiglie, anziani… fino agli alpinisti più esperti alla scoperta delle vette più alte degli Appennini.

Ricchezza Naturalistica

Una straordinaria differenziazione di ambienti, suoli e microclimi, un territorio con la sua travagliata storia umana, geologica e climatica. Il percorso si sviluppa in una notevole estensione di Natura incontaminata. Per avere alcuni dati: floristicamente tra le più ricche d’Europa, con le sue 2364 piante diverse (40 specie a rischio estinzione); 60 lupi, 5 coppie di aquile reali, centinaia di camosci, caprioli e altri animali.

Partendo dal paese di Nerito all’interno del Distretto de “La Strada Maestra” dal versante teramano, è presente una struttura di accoglienza ed informazione il Centro per l’Escursionismo del Parco, la struttura è dotata di cucina e 16 posti letto. Per poi raggiungere il Distretto delle Baronie con la sua millenaria storia agropastorale alla rocca di Calascio e nelle vicinanze il suo centro Floristico dell’Appennino nello splendido monastero cinquecentesco di S.Colonbo a Barisciano con 30.000 campioni di piante dall’Artico (Groenlandia) al Gran Sasso con mostra fotografica di 1.000 immmagini e una sala congressi.

Carta Europea del Turismo Sostenibile

La CETS, la Carta Europea del Turismo Sostenibile, è un metodo di governance partecipata per promuovere il turismo sostenibile e strutturare le attività delle aree protette in ambito turistico e per favorire, attraverso una maggiore integrazione e collaborazione con tutti i soggetti interessati, compresi gli operatori turistici locali, l’elaborazione di un’offerta di turismo compatibile con le esigenze di tutela della biodiversità nelle Aree protette.

Walter Bonatti in Abruzzo

“Tutta la mia gratitudine al caro collega Lino D’Angelo, per avermi fatto conoscere il suo bellissimo Gran Sasso e per avermi accompagnato lungo il versante N.E. e sulla vetta del Corno Piccolo.” Vanto dell’alpinismo abruzzese, recentemente scomparso, Lino D’Angelo (guida alpina) è stato testimone presente e partecipe della vita del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga ed ha trasmesso a generazioni di alpinisti la sua esperienza del Gran sasso, la montagna che conosceva, amava e viveva “in felicità e amicizia”, come ebbe a dire. Cavaliere della Repubblica, fu il primo “custode” dei camosci reintrodotti nel Parco nell’area faunistica di Pietracamela. Una vita, la sua, vissuta nelle “alte vie” unendo passione alpinistica e amore per la natura: gli stessi valori e le stesse emozioni che oggi ispirano il #PercorsoBonatti
👉 scarica la cartina www.percorsobonatti.it
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Letter from Walter Bonatti to Lino D’Angelo
Pride of Abruzzo mountaineering and recently deceased, Lino D’Angelo (mountain guide) witnessed and deeply participated in the Park’s life, sharing his experience of the Gran Sasso, the mountain that he knew, loved and lived “in happiness and friendship” as he used to say, with generations of mountaineers.
Due to this he was declared “Knight of the Republic” and he was the first “guardian” of the chamois reintroduced in the park in Pietracamela. A lifetime in “high ways”, combining climbing passion and love for nature: the same values and emotions that today inspire the #BonattiRoute.
👉 download the map www.percorsobonatti.it

il percorso bonatti in tv

IL PERCORSO BONATTI è unione di popoli

dal GRAN SASSO D’ITALIA al parco del gaurishankar (Himal)

Un messaggio universale di fratellanza, di riconoscenza e di cooperazione internazionale che dura da 10 anni tra l’associazione Explora Nunaat International e la Dreamers Destination, e che apre le frontiere ad una nuova visione del territorio abruzzese nel mondo.

La Bandiera della regione Abruzzo in vetta all’Everest 8.848 m

Il 25 maggio 2019 è giunta in Italia/Abruzzo la notizia che il 22 maggio 2019 alle ore 03.00 AM Nepalesi l’alpinista-himalaista Phurba Tenzing Sherpa (Guinness World Record Everest e Honorary Goodwill Ambassador of Nepal Tourism) con il suo team Dreamers Destination, ha portato a termine una missione storica per la quale tutti noi abruzzesi possiamo esserne riconoscenti e fieri: la Bandiera della Regione Abruzzo sventola a 8.848 mt sulla vetta della montagna più alta e più famosa al Mondo, l’Everest in Himalaya.

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